Maximum Ride: Il Volo Finale by Patterson James

Maximum Ride: Il Volo Finale by Patterson James

autore:Patterson, James [Patterson, James]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Ro
editore: Nord
pubblicato: 2009-07-06T22:00:00+00:00


38

Fu dura dover rimanere a bordo della Wendy K. per i tre giorni di navigazione dall'Argentina all'Antartide, quando avremmo potuto arrivarci volando in circa cinque ore. Ci allontanammo un paio di volte al giorno per lunghi voli stupendi. L'aria era fredda, ma non più che a settemilacinquecento metri di quota, cioè molto sotto lo zero. Comunque scoprimmo che non era un problema finché eravamo in movimento. Restare sul ponte della nave invece diventò molto sgradevole.

Quando arrivammo a una specie di temperatura record, tipo venticinque gradi sotto zero, Total cedette, accettando d'indossare un cappottino per cane che Akila aveva indossato da cucciola.

«Terra in vista! » gridò Gazzy, nel volare a centocinquanta metri di quota, indicando lontano, dove potevo veder spuntare dall'oceano un'isola bianca.

Michael Papa scrutò l'orizzonte. « Dovremmo vederla fra poco. L'aria è così limpida da consentire grande visibilità. »

« Si vede già », risposi. « Noi abbiamo un vista eccellente, come quella dei falchi. »

Mentre Michael annuiva, accettando la rivelazione, vidi ancora una volta quell'espressione quasi d'invidia che avevo colto di quando in quando sulle facce di tutti gli scienziati. Nessuno era mai stato veramente invidioso delle nostre capacità prima di allora, ed era una bella sensazione. La versione ragazzo alato di un capitano di squadra di football o di una reginetta della festa: qualcosa così.

«Vedo qualcosa di grigio, tipo roccia», aggiunsi. « Credevo che fosse tutto coperto di neve. »

« Quasi tutto », spiegò Michael. « Lungo le coste e su alcune isole ci sono strisce sottili di roccia nuda, dove si sono fermati i ghiacciai. Inoltre, qui è estate, adesso, dato che le stagioni sono rovesciate, quindi c'è meno ghiaccio del solito. »

« Vedo edifici rossi. »

« Io non vedo ancora niente », ammise Michael, con rammarico. « Però, sì, gli edifici di solito sono sgargianti, rossi o verdi, per spiccare il più possibile. »

« Tipo durante una tormenta? »

«Uh-uh... Anche se qui significa venti feroci che soffiano neve e ghiaccio... In realtà non nevica quasi mai. »

« È così strano... »

«Cosa è strano?» chiese Fang, facendomi trasalire, perché non lo avevo sentito arrivare alle mie spalle, come al solito. Negli ultimi due giorni lo avevo più o meno evitato, restando a guardare mentre lui e Brigid Dwyer costituivano una società di mutua ammirazione. Lei non flirtava con lui, però passavano un sacco di tempo insieme, e tutte le volte che vedevo le loro teste chine sullo schermo di un computer o sopra una mappa, mi si stringeva un nodo allo stomaco. E digrignavo i denti. E stringevo i pugni.

« Qua non nevica, o nevica poco », risposi.

Fang annuì. « Brigid dice che qui c'è l'aria più asciutta della terra, o quasi. »

« Immagino che sarete contenti di sbarcare », interloquì Michael. «Dormiremo negli alloggi per gli ospiti della stazione Lucir, che accoglie turisti ogni anno. »

« Non sapevo che avremmo incontrato altra gente », risposi lentamente. Con gli scienziati della Wendy K. cominciavo quasi a sentirmi... Be', «a mio agio» sarebbe troppo, ma, insomma, «meno tesa »,



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